E’ la storia più difficile da raccontare oggi, quella di una sconfitta che brucia. A Casa Italia avremmo potuto festeggiare quattro semifinali su quattro delle nostre squadre: all’appello manca solo la Nazionale di calcio, uscita ai quarti contro l’Ucraina per 2-1 ai tempi supplementari, con la sensazione di essere stati defraudati. In vantaggio con Cigna su rigore nel primo tempo, gli azzurri sono stati riacciuffati pochi minuti dopo. Dopo di che è stata battaglia vera, protratta sino ai tempi supplementari: nel secondo, gli ucraini si sono visti assegnare un calcio di rigore portandosi sul 2-1 mentre l’Italia, a 2′ dalla fine, ha subìto un fallo su Cappato che meritava il calcio dal dischetto ma il direttore di gara ha sorvolato. Negli spogliatoi sono lacrime amare per i ragazzi di mister Trocchia che trova le parole giuste.
“Come uomo anch’io sono distrutto, ma come allenatore sono fiero di ciò che abbiamo fatto in un solo anno di percorso insieme. Dobbiamo essere orgogliosi, perché questo è solo un punto di partenza di un cammino che ci vedrà maturare e fare sempre meglio”. Resta il rammarico per una gara interpretata bene ma finita male: “Avevamo preparato la partita perfetta a livello tattico – dice il mister azzurro – conoscendo le loro caratteristiche. Una partita di attesa, si può dire, e avevamo fatto scacco matto perché loro non trovavano strade per rendersi pericolosi ed erano innocui. Purtroppo abbiamo commesso un paio di errori individuali che ci sono costati cari, ma non posso tacere sulla svista arbitrale che ci ha privato di un rigore netto a nostro favore nei minuti finali”.